I MIGRANTI DI DEL GRANDE E I COMBATTENTI DELL'ISIS PROTAGONISTI AL FESTIVAL DELLE RESISTENZE IN SERATA CHIUSURA CON FRANCESCO PICCOLO
Il dramma dei migranti è stato il filo conduttore della terza e ultima giornata del Festival delle Resistenze contemporanee 2017, in svolgimento a Trento. Stasera alle 21 chiusura con un reading di Francesco Piccolo.
Sotto il tendone di piazza Cesare Battisti sono stati proiettati un documentario sul confine afro-europeo di Melilla e due video sulle rotte dei migranti, dopodiché Gabriele Del Grande ha raccontato le sue esperienze dirette sul Mediterraneo al fianco di Veronique Loute, madre di un figlio arruolato nell'Isis e morto in guerra in Siria.
IL FILO SPINATO DI MELILLA. Il pomeriggio dell'ultima giornata del Festival delle Resistenze contemporanee 2017, sotto il tendone allestito in piazza Cesare Battisti a Trento, ha avuto come filo conduttore i migranti. Alle 14 è stato proiettato il docu-film “Les sauteurs” (I saltatori) di Moritz Siebert che racconta la vita dei migranti africani a Melilla, enclave spagnola in Marocco. Qui, accampati sul monte Gurugu, migliaia di persone in condizioni di vita durissime aspettano il momento propizio per scavalcare il filo spinato e la triplice recinzione che separano la boscaglia africana dal territorio spagnolo. Le riprese sono di Abou Bakar Sidibè, un maliano al quale è stata affidata una telecamerina per riprendere l'inferno che separa i fuggiaschi da quello che ritengono il paradiso: l'Europa.
SULLE ROTTE DEI MIGRANTI. Successivamente è stata la giornalista Laura Strada a introdurre la restituzione del progetto “On the road. Sulle rotte dei migranti”, che ha avuto come protagonisti in due fasi distinte i giovani del Trentino-Alto Adige. Nel primo percorso gli studenti di due istituti superiori di Trento (liceo scientifico “Da Vinci” e liceo musicale “Bonporti”) hanno trascorso a metà aprile alcuni giorni a Lampedusa, raccogliendo le testimonianze dirette di chi vive quotidianamente il dramma della migrazione. Il secondo percorso, quello extrascolastico, ha portato 20 giovani del Trentino-Alto Adige a percorrere le tre rotte della migrazione: francese, balcanica e greca. Accompagnati da due tutor per ognuno dei tre equipaggi, sono partiti l’8 giugno e tornati in patria il 13 giugno dopo aver percorso complessivamente 9500 km. Durante il viaggio i tre equipaggi hanno potuto vedere da vicino diversi punti cruciali delle migrazioni come la giungla di Sid (Serbia), l’ex campo di Calais e i confini tra Serbia e Ungheria. Le loro impressioni, aspettative e informazioni sono poi confluite in un video, trasmesso in piazza Battisti assieme al video sull'esperienza lampedusana. Il progetto “On the Road. Sulle rotte dei migranti” è stato sostenuto dalle due Province di Trento (Incarico speciale politiche giovanili) e Bolzano (Servizio Giovani - Ripartizione Cultura Italiana) e coordinato dalla Piattaforma delle Resistenze contemporanee assieme a varie associazioni regionali.
Durante la presentazione c'è stato anche un collegamento via skype con Valentina Petrini. La giornalista e conduttrice assieme a Enrico Lucci del programma Rai “Nemo-Nessuno escluso” ha raccontato la propria esperienza di “profuga”. Partita da Salonicco per raggiungere l'Austria lungo la rotta balcanica, per due settimane si è finta moglie siriana di un giovane curdo e assieme a migliaia di migranti ha vissuto sulla propria pelle la condizione di chi scappa verso un futuro incerto ed è alle prese con un presente impietoso. “La migrazione non si può fermare – ha concluso la giornalista tarantina – perché è un fenomeno che è sempre esistito. E malgrado questo, gli Stati l'affrontano come se fosse sempre un'emergenza”.
MEDITERRANEO E ISIS. Anche il primo appuntamento preserale, moderato dal giornalista Paolo Ghezzi, è stato dedicato alle problematiche del Mediterraneo con la testimonianza di Gabriele Del Grande, fondatore di Fortress Europe e viaggiatore-scrittore impegnato sul tema della migrazione. Negli ultimi 10 anni Del Grande ha percorso il Mare Nostrum raccontando le migrazioni, le primavere arabe e le guerre in Libia e Siria. In primavera scorsa è stato anche detenuto per due settimane nelle galere turche mentre raccoglieva materiale per il suo ultimo libro-inchiesta sull'Isis. “Oggi bisogna resistere a tante cose – ha detto il giornalista e blogger toscano – e in particolare, quando si parla di migranti, bisogna resistere alla sensazione di respingere queste persone. Anche perché noi italiani stessi siamo un popolo di migranti”. Del Grande ha anticipato alcuni contenuti del suo prossimo libro, dedicato appunto alle rotte della migrazione, alla situazione in Siria e agli atteggiamenti dei vari governi toccati dall'ondata migratoria.
Accanto a Del Grande c'era Veronique Loute, una mamma belga che dal 2012 non ha più visto suo figlio Sammy, arruolatosi nelle file dell'Isis per combattere nella guerra in Siria. Dopo aver avuto le ultime notizie nel 2015, a dicembre del 2016 è stata informata dai servizi segreti belgi che suo figlio – nel frattempo 27enne e diventato un dirigente jihadista – era stato ucciso dagli americani in Siria. Dal suo dramma familiare è arrivata la spinta a fondare l'associazione “Les parents concernés”, un gruppo di supporto per genitori di giovani che hanno deciso di aderire alla dottrina dell'Isis.
CHIUSURA CON PICCOLO. L'ottava edizione del Festival delle Resistenze contemporanee, la terza condivisa con Trento, si concluderà alle 21 con lo scrittore Francesco Piccolo che proporrà “Partire o restare. L'amica geniale e la questione cruciale del Sud”, un reading di grande richiamo che ha già riscosso successo in piazze e teatri della Penisola. Piccolo affronterà l'eterna scelta tra la partenza o la permanenza nella propria terra di nascita, porgendola in maniera profonda e al contempo accattivante, per chiudere il Festival con un sorriso. Perché anche il sorriso, in tempi come questi, può essere considerato una forma di resistenza contemporanea.