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LA MONTAGNA DI FRANCESCO VIDOTTO PROTAGONISTA AL FESTIVAL DELLE RESISTENZE DI TRENTO

partenza genk webBagno di folla per il primo ospite di spicco del Festival delle Resistenze contemporanee 2017, in programma dal 22 al 24 settembre a Trento. Sotto il tendone allestito in piazza Cesare Battisti centinaia di persone hanno ascoltato con interesse e interagito con lo scrittore bellunese Francesco Vidotto, che ha affascinato la platea raccontando di montagna, paure e resistenze.

Tendone pieno, in piazza Cesare Battisti, per il primo ospite di richiamo dell'edizione autunnale del Festival delle Resistenze contemporanee 2017. Sul palco è salito lo scrittore bellunese Francesco Vidotto, che ama autodefinirsi scrittore di libri di montagna perché la montagna ha caratterizzato la sua vita fin dalla nascita, a Tai di Cadore. E la montagna è il filo conduttore dei suoi romanzi, dal primo all'ultimo appena uscito – Meraviglia – e al prossimo già in cantiere: Onesto.

Vidotto ha intrattenuto la platea da grande affabulatore, raccontando in maniera frizzante ed empatica episodi della sua vita – dall'incontro con Mauro Corona al suo fan club composto da ottuagenari – per lanciare messaggi densi di significato. Ecco alcune sue riflessioni emerse durante e a margine del suo intervento.
Vidotto, lei ama affermare che la vita ha un tasso di mortalità pari al 100%: qual è il messaggio che intende trasmettere con questo aforisma?
Semplicemente che, siccome prima o poi dobbiamo morire, non dobbiamo avere paura di vivere. Oggi si ha troppa paura di tante cose, di farsi male, di uscire, di osare. E invece dobbiamo smetterla di avere paura e cominciare a vivere pienamente. Dovremmo svegliarci al mattino e chiederci ogni giorno qual è il nostro sogno. E lavorare per ottenerlo. Nel mio caso ad esempio è stato quello di trasformare la mia passione – raccontare storie – in una professione.
Siamo al Festival delle Resistenze contemporanee: a cosa vale la pena resistere oggi?
La vita stessa è una resistenza. Io dico spesso che nella vita paga più la tenacia che il talento, e un esempio è proprio il mio rapporto con la letteratura. Ai giovani ripeto che devono insistere sempre, non mollare mani neanche quando il destino è verticale. Anzi, devono sapere che più dura è la fatica, più dolce sarà il ricordo. Che è una goccia densa come la resina.
A proposito di gioie: è più dolce scrivere un libro o scalare una di quelle montagne che conosce da sempre?
Beh, la montagna per me è l'ambiente in cui sono nato e cresciuto. Da piccolo uscivo di casa e andavo su, a Tai tutto è verticale. Per me la dolcezza è guardare la montagna. Le Dolomiti sono fragili, e la bellezza è fragilità. Per me le Dolomiti sono il tentativo del mondo di rappresentare Dio. Disegnano un’armonia nel cielo, che mi fanno commuovere ancora dopo 40 anni. Mi piace anche raccontarla, la montagna, oltre che arrampicarla. Ma tutto nasce sempre dalla bellezza.
Sempre in tema di resistenze: che differenza c‘è tra la resistenza di chi vive in montagna e chi vive in città?
Chi vive in montagna deve resistere alla potenza della natura. A casa mia ad esempio, bisogna fare 50-60 metri di dislivello solo per andare al supermercato, figuriamoci per andare a lavorare. La natura in montagna è potentissima perché manca il filtro della civilizzazione. A Tai in molti posti ancora non c’è la connessione veloce, la gente si incontra nei bar, che sono i veri social network del Cadore. Nelle città invece, dove c'è tanta gente, è importante resistere al giudizio, che spesso si trasforma in pregiudizio.

Domani seconda giornata del Festival ancora ricca di eventi. Spiccano come di consueto i due appuntamenti serali: alle 18.30 con la redazione satirica di Lercio, alle 21 con Enrico Mentana. Ma ecco il programma completo.

IL PROGRAMMA DI SABATO 23 SETTEMBRE

ORE 10.30
IO SPERO IN MEGLIO. Un divertente e surreale monologo sulle differenze tra vita al femminile e al maschile. Silvia Furlan interpreta un/una nascituro/a che, proprio mentre sta decidendo come nascere, se uomo o donna, viene contattato/a per un’importante missione: salvare l’umanità dalla caduta negli abissi dell’infelicità dovuta alle diseguaglianze ed alle discriminazioni che si sono create nel corso dei millenni.
ORE 14.00
PATIENCE PATIENCE di Hadja Lahbib, Belgio 2014, 85 min. Documentario molto divertente ambientato in Belgio, che racconta la storia di amicizia, integrazione ed emancipazione di un gruppo di donne marocchine. Negli anni Sessanta migliaia di maghrebini partirono verso il Belgio in cerca di lavoro. Fra loro anche donne che un giorno hanno lasciato tutto per seguire il proprio uomo in una terra sconosciuta. 50 anni dopo, sono il gusto e la curiosità per l’emancipazione a muoverle.
ORE 15.30
CHI SONO I GIOVANI? Condizioni giovanili a confronto, locali e nazionali. Delia Belloni e Arianna Bazzanella condivideranno le loro ricerche svolte in Trentino, la professoressa Giovanna Guerzoni della Fondazione Gramsci riporterà il suo lavoro sull’Emilia Romagna, a presentare la prospettiva nazionale sarà Massimiliano Valerii, direttore del Censis. Tavola rotonda dedicata agli operatori giovanili della provincia di Trento, in particolare gli RTO (acronimo di Referente Tecnico Organizzativo).
ORE 18.30
LERCIO - LO SPORCO CHE FA NOTIZIA. Identità italiane come non le avete mai pensate. Per capire chi siamo veramente, a volte serve non prendersi troppo sul serio. È la filosofia della redazione di Lercio, fondata nel 2014 e ormai una delle principali realtà satiriche italiane nel campo dell’informazione. A introdurre l’appuntamento interverrà lo scrittore e reporter Daniele Rielli (Quit the doner), che racconterà di un recente esperimento sociale su fake news e social network realizzato all’interno della Piattaforma delle Resistenze.
ORE 21.00
ENRICO MENTANA. Il nuovo fa sempre paura. Il più noto direttore televisivo e tra i più apprezzati giornalisti italiani sarà ospite del Festival per confrontarsi assieme al pubblico sui più importanti temi d’attualità. Una riflessione a tutto tondo con un macro-tema di fondo: la consapevolezza che oggi come da sempre il nuovo fa paura, dalle tecnologie invasive alle strategie politiche nazionalistiche fino ai flussi migratori costantemente in aumento. Modera il giornalista Paolo Mantovan.

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