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LA FIGURA DI MASCAGNI TRA PASSATO E FUTURO AL FESTIVAL DELLE RESISTENZE DI TRENTO IN SERATA APPUNTAMENTO CON DEL GRANDE E PICCOLO

partenza genk webIl clima decisamente autunnale non ha impedito a piazza Battisti di animarsi anche nella mattinata della terza e ultima giornata del Festival delle Resistenze contemporanee 2017, in corso di svolgimento a Trento. Sotto il tendone è stata ricordata la figura di Andrea Mascagni in occasione del centenario dalla nascita, ed è stata l'occasione per ragionare sulle forme di resistenza contemporanea.

L'ultima giornata del Festival delle Resistenze contemporanee 2017 di Trento si è aperta con temperature alquanto rigide, ma a riscaldarle ci hanno pensato – sotto il tendone allestito in piazza Cesare Battisti – quattro allievi del Conservatorio Bonporti di Trento, tutti sassofonisti. Le israeliane Vered Kreiman e Ayala Rolya, il costaricano Jaime Mora e il trentino Filippo Corbolini hanno eseguito alcuni brani della produzione di Mascagni. Quindi è toccato a Vincenzo Calì, professore emerito di Storia contemporanea all'Università di Trento, e ad Andrea Felis del Comitato regionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Mascagni, tratteggiare e attualizzare la figura del musicista, compositore, deputato, leader della Resistenza nonché autonomista convinto. Abbiamo sentito i due relatori.

A cosa si deve resistere oggi?

Calì: Innanzitutto all'omologazione. Vivendo in un mondo così globalizzato è questo il pericolo maggiore, specialmente in realtà come quelle ad autonomia speciale.

Felis: Condivido quanto dice Calì e, riferendomi al versante culturale, bisogna appunto evitare l'omologazione e premiare la pluralità, l'incontro tra le differenze, la curiosità. So che resistere al livellamento è complicato, perché gli stereotipi dominano nella comunicazione, nel linguaggio. E visto che oggi abbiamo parlato di Mascagni, lui è stato un grande esempio di pluralità di intenti e di apertura.

A proposito di Mascagni: cosa avrebbe significato per lui, partigiano, resistere oggi?

Felis: Avrebbe fatto tanta fatica... Mascagni rappresentava una generazione che usciva da esperienze fortissime, e che della resistenza hanno fatto una pratica di vita. Oggi faticherebbe a trovare il posto giusto ma avrebbe certamente lottato per la pluralità.

Calì: Mascagni era un regionalista convinto, convinto che la convivenza fosse fondamentale tra mondo germanico e latino, nella scuola, nella musica, nella cultura. In tutti i settori in cui ha operato ha sempre presentato la dimensione regionale come insostituibile, e credo che oggi avrebbe lottato per questo.

In precedenza il tendone del Festival ha ospitato il progetto Bolzanism, uno dei percorsi regionali selezionati dalla Piattaforma delle Resistenze. Valentina Cramerotti (Cooperativa 19 di Bolzano) e Alessandro Busana e Pietro Ambrosini (Campomarzio Trento) hanno spiegato il loro intento: raccontare la storia di cinque grandi edifici di Bolzano Ovest alle persone che ci abitano e che magari non ne sono a conoscenza. Gli incontri hanno riscosso un'elevatissima partecipazione di residenti ma soprattutto tanto interesse per il progetto, che ha permesso di scoprire il passato e confrontarsi in gruppo sul presente e sul futuro.

Il programma del pomeriggio prevede la proiezione di un film sui migranti africani accampati a Melilla e la restituzione del progetto On the road. In serata appuntamento con Gabriele Del Grande e Veronique Loute e infine chiusura di Festival con il reading di Francesco Piccolo.

IL PROGRAMMA DI DOMENICA 24 SETTEMBRE

ORE 14.00
LES SAUTEURS di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibè, Danimarca, 2016, 80 min. La vita di attese di un rifugiato al confine con l’Europa. A Melilla, enclave spagnola in Marocco, vivono migliaia di migranti africani in attesa di scavalcare la barriera che li separa dall’Europa. Al maliano Abou gli autori affidano una telecamera per raccontare la vita di questa comunità.

ORE 15.30
ON THE ROAD - SULLE ROTTE DEI MIGRANTI. Le testimonianze di chi ha deciso di andare a vedere di persona. Il progetto “On the road” verrà presentato dai 20 giovani trentini e altoatesini che in giugno hanno ripercorso tre rotte migratorie: greca, balcanica e francese. Collegamento con la giornalista Valentina Petrini di “Nemo – Nessuno escluso”. Modera la giornalista Laura Strada.
DIRETTA STREAMING: grazie alla collaborazione con l’Agenzia giornalistica Opinione, questo appuntamento sarà visibile in diretta streaming.

ORE 18.30
LA COMPLESSITÀ DEI CONFINI E LA RICERCA DI UN’IDENTITÀ FORTE. Gabriele Del Grande e Veronique Loute si confrontano con il pubblico su cosa sta succedendo attorno al Mediterraneo. Arrestato in Turchia per il suo libro-inchiesta sull’ISIS e liberato dopo 15 giorni di detenzione, torna al Festival Gabriele Del Grande, regista di “Io sto con la sposa” e fondatore di Fortress Europe. Con lui Veronique Loute, fondatrice dell’associazione “Les parents concernés”, che dal 2012 non ha più visto suo figlio arruolatosi nella guerra in Siria a fianco dell’Isis. Modera il giornalista Paolo Ghezzi.
DIRETTA STREAMING: grazie alla collaborazione con l’Agenzia giornalistica Opinione, questo appuntamento sarà visibile in diretta streaming.


ORE 21.00
PARTIRE O RESTARE. L’amica geniale e la questione cruciale del Sud. Francesco Piccolo in un effervescente reading su forme di confine molto interne. Oltre alla saga di Elena Ferrante, altri romanzi e testi sul Meridione affrontano il nodo filosofico dell’andare via o restare nel posto dove si è nati. Una chiusura di Festival con il sorriso grazie a Francesco Piccolo, perché anche riflettere con il sorriso può essere considerata una forma di resistenza contemporanea.

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