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DALLA PICCOLA VAL DI CEMBRA ALLA GRANDE EUROPA: STORIE DI DUE TRENTINI CHE HANNO SCELTO DI ANDARE A VIVERE IN GERMANIA E BELGIO

partenza genk webPerché si lascia la valle natia? Quali sono emozioni, le aspettative, le delusioni, le speranze e i sogni che alimentano le partenze, di ieri e di oggi? Questo il punto centrale del progetto “Senza far rumore: emigranti in Valle di Cembra, ieri e oggi”, sostenuto dalla Piattaforma delle Resistenze Contemporanee 2017.

Da Grauno e Palù di Giovo a Berlino e Genk, dal mondo rurale al contesto urbano se non addirittura metropolitano: questo il grande salto effettuato in epoche diverse da due trentini, che tra luglio e agosto sono stati raggiunti da Barbara Fruet e Stefania Viola, coordinatrici del progetto “Senza far rumore: emigranti in Valle di Cembra, ieri e oggi”, uno dei percorsi selezionati dalla Piattaforma delle Resistenza 2017.

Dopo vari incontri con cittadini, scuole e amministrazioni comunali della Valle di Cembra, sempre alla ricerca delle motivazioni che hanno spinto – e spingono – giovani e meno giovani ad abbandonare la vallata trentina, Barbara e Stefania si sono messe in viaggio per andare a trovare due emigranti nelle loro nuove realtà.

La prima tappa, a metà luglio, è stata Berlino. Ecco il resoconto delle due coordinatrici: “Abbiamo incontrato Matteo, ragazzo poco più che ventenne passato dalle 150 anime di Grauno, l'ultimo paese della sponda destra della Val di Cembra, ai 3 milioni di abitanti di Berlino. Abbiamo ascoltato le motivazioni che l’hanno portato in Germania, le sue aspettative, i suoi desideri, ascoltato quelle che sono le speranze che ripone verso la sua valle e verso il Trentino di oggi da cui è emigrato. Seduto sui gradoni del Memoriale dell'Olocausto (Holocaust-Mahnmal), Matteo ci ha raccontato la sua storia parlando da una città in cui, come una matrioska, la grande Storia abbraccia quelle che forse non cambieranno il mondo, ma che inesorabilmente nascono tutti giorni”.

Il secondo viaggio ai primi di agosto ha portato Barbara Fruet e Stefania Viola in Belgio, per la precisione a Genk nel cuore delle Fiandre: “Abbiamo incontrato Claudio Pellegrini, classe 1936, un prete operaio originario di Palù di Giovo, zona di agricoltura eroica della Valle di Cembra. La sua è stata una vita a fianco dei minatori italiani, emigrati in Belgio in numero massiccio a seguito dell’accordo “Uomo-Carbone” siglato dal governo De Gasperi nel 1946. Claudio ci ha raccontato le battaglie a sostegno dei minatori, poi la sua esperienza come prete operaio in una fabbrica siderurgica del Limburgo”. Anche Claudio ha parlato delle motivazioni della sua migrazione, dei suoi rapporti con la valle natia e della sua idea sul futuro di una terra sospesa tra vitigni e porfido.

“Il nostro lavoro – concludono le coordinatrici – punta a mettere a confronto in chiave documentaristica emigrati di eri e di oggi, per una valle che da sempre vive lo sradicamento come normalità, come un ineluttabile destino”.

Il progetto “Senza far rumore: emigranti in Valle di Cembra, ieri e oggi” prevede un altro viaggio in autunno a Stoccolma e altre interviste in valle, dopodiché tutto il materiale prodotto confluirà in un documentario che sarà proiettato al centro culturale Molin de Portegnach.

IL PROGETTO: Senza far rumore: emigranti in Valle di Cembra, ieri e oggi

Capofila: gruppo informale Barbara Fruet e Stefania Viola

Partner: Ufficio Emigrazione Provincia autonoma di Trento, Associazione culturale Sorgente ’90 (Faver – TN)

Info: emigrazionevaldicembra@gmail.com

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