BEN JELLOUN E MORELLI AL FESTIVAL DELLE RESISTENZE. MIGRAZIONI E NUOVI MURI: SENZA SOLUZIONI POLITICHE LA GENTE CONTINUERA’ A FUGGIRE

Lo scrittore marocchino e la delegata Onu hanno affrontato il tema che coinvolge 65 milioni di “popoli in cammino” in tutto il mondo

Dopo la lotta tra Stato e mafia raccontata da Sandro Rutolo e Peppe Pagano, la seconda giornata del Festival delle Resistenze contemporanee 2016 ha vissuto un altro momento di grande intensità e riflessione. Sotto un tendone ancora debordante di pubblico, lo scrittore e sociologo marocchino Tahar Ben Jelloun e la delegata dell’alto commissariato Onu per i rifugiati, Alessandra Morelli, hanno affrontato il dramma dei rifugiati.

“Nel mondo ci sono 65 milioni di persone che io chiamo “popoli in cammino”. Sono persone che fuggono da guerre in cerca di un posto dove c’è pace”. Ha esordito così, Alessandra Morelli, delegata UNHCR per i rifugiati che nella sua lunga attività per l’Onu ha girato i Paesi più martoriati del pianeta, sopravvivendo anche ad un attacco kamikaze in Somalia.
“La gente pensa che il problema sia solo europeo o addirittura italiano. In Africa ci sono 44 milioni di sfollati interni, ossia di gente che si sposta da uno Stato africano all’altro. Quando ero in Grecia ho visto transitare un milione di persone: in Italia sono 140.000… E di fronte ad un’umanità che cerca la pace, perché dobbiamo alzare dei muri? Certo la paura è un istinto naturale, ma tra noi umani ci sono anche le paure indotte. E questa è una di quelle. Ecco, noi dobbiamo resistere alla paura e non cominciare a parlare di “loro”, ma ricordarsi che tutti gli esseri umani fanno parte di noi”.
Per Tahar Ben Jalloun già il termine “integrazione” è sbagliato: “Prendiamo l’esempio della Francia, che mi riguarda più da vicino. Quando parliamo di integrazione ci riferiamo a stranieri. In Francia invece la questione riguarda figli di immigrati che sono francesi a tutti gli effetti ma che agli occhi di politici, polizia e Stato sono cittadini di serie B. Sono stati confinati in periferie disumane, che favoriscono la delinquenza e la violenza, perché il posto in cui si vive influisce sull’uomo. Negli ultimi 40 anni non si è fatto nulla per l’integrazione, e oggi è difficile rimediare”.
Per Ben Jelloun i motivi per cui un francese musulmano diventa terrorista sono molteplici. “Si tratta di giovani che hanno studiato, magari lavorano, e un mattino si svegliano e aderiscono alla Jihad. Perché? Perché la propaganda jihadista è ben fatta e approfitta delle debolezze della politica francese e della debole identità di questi giovani, che non si sentono francesi. Lo Stato non li riconosce, in più è laico e disprezza le religioni, le donne francesi fanno quello che vogliono e gli uomini si possono persino sposare tra di loro. Insomma, vedono un popolo senza Dio, senza spiritualità e senza futuro. La Jihad invece propone loro un Dio, un’identità e una morte gloriosa che riscatta una vita fallimentare. In conclusione, in Francia non dobbiamo cercare l’integrazione, ma lai deradicalizzazione”.
Accorato l’appello finale lanciato da Alessandra Morelli: “è l’assenza di soluzioni politiche a far fuggire la gente”, ha detto la delegata Onu, mentre Ben Jelloun – dopo aver parlato di un’Europa malata – ha aggiunto che “anche a Bruxelles non ci sono medici in grado di guarirla”. Il dibattito, coinvolgente e apprezzato dal pubblico, è stato brillantemente moderato dal direttore del quotidiano “L’Adige”, Pierangelo Giovanetti, che ha garantito ritmo e profondità. Ottimo anche il lavoro di Bianca Bressan, che sul palco ha tradotto gli interventi dal francese dello scrittore marocchino.

IL PROGRAMMA DI DOMANI. Alle 11.30 concorso di disegno per ideare la mascotte di Resistenze, in collaborazione con Enel Energia: in palio una bici elettrica Atala. Alle 16 dibattito su condivisione e cooperazione con Ugo Morelli, Daniele Bucci e Antonio Galdo in collaborazione con FederCultura Bolzano e Federazione Trentina della Cooperazione. Alle 18.30 il vignettista Makkox incontra il giornalista Luca Raffaelli e il produttore del progetto di animazione Mila ambientato in Trentino. Il Festival si concluderà alle 21 con il dibattito sull’informazione ai tempi di Internet che vedrà sul palco di piazza Cesare Battisti l’ex direttore di “Stampa” e “Repubblica” Ezio Mauro, moderato dal direttore dei quotidiani “Trentino” e “Alto Adige” Alberto Faustini.